Milano Fashion Week. Casadei collezione autunno inverno 2023 - 2024
Il lessico Casadei nasce dal dialogo ininterrotto tra la creatività di Cesare Casadei e il mondo femminile. È una conversazione fatta di osservazione continua e amore per il bello, che guida l’ingegneria gentile ma inesorabile del costruire una scarpa o una borsa: oggetti di perfetto design pensati per rispondere ad una precisa funzione, ma anche espressioni di un modo di essere. Ogni collezione definisce un caleidoscopio di atteggiamenti, trovando la propria coerenza nella pluralità, così come nella assolutezza della forma espressa attraverso la ricerca della materia. L’equilibrio delle diverse componenti è risolto in un segno inequivocabile: netto e sottilmente seducente.
Questa stagione il senso di pluralità è particolarmente accentuato. Nasce dalla risposta alla frammentazione del contemporaneo, dalla certezza che mai come oggi l’identità si esprima in maniera sfaccettata, vorticante, non univoca. Non esistono più barriere, di uso e occasione, e nemmeno di generazioni. Oggi ogni donna può decidere di apparire quel che vuole e quando vuole; può esplorare aspetti diversi della propria personalità in momenti e occasioni diversi della stessa giornata, ed essere sempre e comunque se stessa.
La collezione segue questo flusso prismatico. Ai tacchi sottilissimi e alle silhouette forti come Rachel o la t-bar asimmetrica Melodie, così come alle forme audaci e appuntite di Superblade e Ultravox si contrappongono così le suole commando dalla presenza affermativa di Generation C, o i volumi tubolari, amplificati dall’uso della pelliccia cruelty free, di Yeti. li stivali dal tacco chunky Cleo hanno una sveltezza yè-yè, mentre i booties craquelè Anastasia giocano con l’equilibrio dei volumi trasfigurando il classico texano.
Casadei è naturalmente sinonimo di elegante sensualità, di scarpe come strumento di seduzione. Anche qui la gamma espressiva è ampia, e spazia dall’inno alle linee sinuose di Divina, la nuova pump tutta curve e punte, agli allungati sentori anni trenta di Geraldine, dal gioco di pieni e vuoti di Galaxy alla purezza retrofuturista di Elodie, con effetti acidati che liquefanno il tacco scultura in aloni di allure digitale. La scarpa gioiello, altro punto fermo, è luminosa e siderale nei bagliori di Stratosphere, oppure si contamina con elementi selvaggi come la mongolia multicolor di Annabel o la fibbia di pelliccia unita alla pelle craquelè di Aria. Piccole borse a tracolla o a mano e secchielli danno ulteriore rotondità alla varietà di espressioni femminili. Sono i dettagli a settare il tono: piccoli manici metallici, pavè di cristalli, maglie di catena come un logo a contrasto con la pelle. Un lessico espanso, in continuo divenire.
Barbara Braghin