Roma. Sfilate di Alta Roma. Estremo oriente e antichi simboli della tradizione asiatica per Giada Curti
Roma. Da L’Amante di Jean-Jacques Annaud, il film che ha ispirato la Collezione Haute Couture S/S 2020 di Giada Curti alla passerella: una ricostruzione suntuosa dell’Indocina, dove si respirano paesaggi e atmosfere che sembrano pura magia.
“Una Collezione, dichiara Giada Curti, dedicate alle donne, un inno alla femminilità, all’eleganza di ognuna di noi, raffinata impalpabile, come la protagonista del film “l’Amante” l’attrice inglese Jane March che a solo diciannove anni, con la sua interpretazione, gli fu conferito nel 1992 il Premio Bambi. Quella sua innocenza, mai volgare, è stata per me fonte di ispirazione per delle creazioni dal “mood” orientale, reinterpretate per la mia donna universale”
Suggestioni dall’estremo Oriente e antichi simboli della tradizione asiatica si legano ai moderni outfits di questa collezione, che richiama una femminilità ispirata alla seduzione delle geishe, al loro stile e alle loro atmosfere. Le infinite sfumature dei sentimenti delle donne vengono lette con legame di continuità tra Cina e Giappone, quindi trasmesse in un equilibrio di forme, tagli e proporzioni.
Ramage, bouquet floreali e pattern irreali. Nappe, raso e cordini che abbracciano la filosofia orientale. Protagonisti indiscussi: i tessuti impalpabili, come i gazar e le sete, le paillettes, le cinture orientali e i tocchi di nero che sembrano voler trovare un equilibrio tra Ying e Yang. Torna così l’idea di un’eleganza senza limiti di tempo e spazio, che viene unita alle forme essenziali della nostra contemporaneità.
Barbara Braghin