"La mia resilienza in un corpo morbido" il libro scritto da Marianna Lo Preiato
Bologna. Ci sono storie destinate a finire in tragedia e
vivono sul piano inclinato che le porta verso una drammatica fatalità. Poi ci
sono storie che vivono sul filo di un epilogo tragico, ma poi trovano la strada
per un possibile riscatto. Vivono nel silenzio di chi ne porta il peso nel
cuore.
Spesso sono storie di donne, più raramente di uomini, che
vivono una sofferenza invisibile e difficile da raccontare, vuoi per pudore o
per vergogna, o per la paura di mettersi a nudo esponendosi al giudizio degli
altri. Questa è la storia di Marianna che ha resistito alle
avversità che la vita le ha riservato ed è riuscita a trasformare gli ostacoli
che la potevano far cadere in un cammino di liberazione. La sua, però, non è una storia eccezionale, più degna o più
importante di altre. E’ solo quella che ha trovato la via d’uscita, ha rotto il
silenzio e si è trasformata in un gesto, quello di una mano che ne trova
un’altra e insieme trovano il coraggio di iniziare a raccontare. La mia resilienza in un corpo morbido nasce da un incontro, quello tra Marianna Lo Preiato, imprenditrice, e Marzia Di Sessa, giornalista e
scrittrice, che hanno unito il filo delle tante parole non dette e lo hanno
trasformato in un libro.
Marianna è una donna di origini napoletane che dopo
un’infanzia complicata dal rapporto con una madre non solo assente ma spesso
ostile, è riuscita con l’aiuto del padre e con la propria forza interiore a
prendere in mano il proprio destino che l’ha portata a Bologna, dove ha trovato
il lavoro, l’amicizia, l’amore, la famiglia e la cosa più importante della sua
vita: sua figlia Sofia. Tanto e forte è stato il dolore per l’abbandono materno, tale
e ancora più forte è diventato in Marianna il desiderio di provare ad essere
per sua figlia la madre che non ha mai avuto per farle sentire quel calore che
da bambina non ha mai provato. Per lei la nascita di sua figlia è diventata la chiave di
volta del suo modo di stare al mondo e l’energia vitale per prendersi cura non
solo di una piccola creatura bisognosa di amore, ma anche di quella piccola
Marianna relegata in fondo al proprio cuore e bisognosa di ritrovare la
capacità di dare e darsi amore. Da quel momento tutto è cambiato e quello slancio vitale non
si è più fermato. Il suo è diventato un grande cuore aperto pronto ad
abbracciare e a prendere per mano amiche, conoscenti o sconosciute che varcando
la porta del suo negozio di abbigliamento per donne morbide hanno trovato
qualcosa di più che una boutique dove fare shopping. Non è stato e non è facile per lei fare i conti tutti i
giorni con il proprio corpo. Nessuna donna può dire serenamente di aver trovato
un punto di equilibrio tra se stessa e la propria immagine riflessa dallo
specchio. Neanche Marianna lo può dire. Ma lei questo disagio lo ha vissuto
fino in fondo e lo ha voluto condividere. Un disagio che per molte donne
diventa una malattia invisibile e indicibile che si nutre del patto di omertà
che si stabilisce con se stesse per l’incapacità di vedersi belle al di fuori
di ogni stereotipo o dogma estetico dominante. Ed è qui che scende in
campo Maria Teresa Ruta, conduttrice
tv e giornalista, che si è sempre battuta per la parità e la libertà delle
donne anche nel settore del mondo dello spettacolo: dal primo incontro con
Marianna si è sentita vicina al suo dolore, avendo sofferto in passato di
anoressia, e adesso ha voluto essere al suo fianco per sfidare lo stigma di una società
ossessionata dall’imperfezione del corpo, vuoi per eccesso, vuoi per difetto,
vuoi per altezza, colore, anomalia o diversità, qualunque essa sia. Sono in tanti a sentirsi accomunati da questa malattia e
l’unica cura sembra essere condividerla, parlarsi, guardarsi e cercare occhi
amici con cui reagire e camminare orgogliosamente insieme per liberarsi dal
pregiudizio. Questo libro è nato per essere l’inizio di questo cammino,
che vuole trasformarsi in un racconto corale attraverso l’Associazione CURVY
PRIDE - APS, di cui Marianna è Presidente, e dare voce alle tante donne, ma
anche agli uomini, che hanno vissuto e vivono sulla loro pelle il peso di una
storia che fa male più di una malattia da cui non si riesce a guarire. Che sia
di non accettazione, di discriminazione, di silenzio forzato, di vergogna, di
bullismo, di emarginazione, di solitudine, diversità sessuale, di disagio, di
abbandono o anche solo di ribellione agli stereotipi che ci complicano
l’esistenza dal buongiorno alla buonanotte. Per questo la storia di Marianna è il primo capitolo di un
progetto più grande: Dillo a Curvy Pride. Un’iniziativa rivolta a tutti quelli
che vorranno mettersi in gioco e condividere le loro storie con l’ Associazione
CURVY PRIDE - APS, in collaborazione con Giraldi Editore, per scrivere insieme
un altro capitolo di liberazione, da se stessi, dalle proprie paure, dallo
sguardo inquisitorio degli altri. Non bisogna rendere eccezionali le proprie solitudini.
Bisogna normalizzare le proprie paure e prendersi per mano per formare un
grande cuore. Questo è Curvy Pride.
Questa è la possibilità di essere resilienti insieme. Come scrive la dottoressa Valeria Strada, psicologa e
psicoterapeuta relazionale, nella postfazione “Marianna della sua fragilità
ne ha fatto un punto di forza”. Questa forza adesso è anche un punto di
partenza. Per partecipare a Dillo
a Curvy Pride scrivi la tua storia, breve o lunga che sia, e inviala a curvypride@gmail.com oppure partecipa ad uno dei workshop tematici che si
terranno in varie città italiane durante il tour di presentazione del libro. I
racconti verranno selezionati e pubblicati da Giraldi Editore in un libro che
sarà distribuito in tutte le librerie, sul sito della casa editrice e negli
store on line.
Barbara Braghin