Schneiders Salzburg, lo smanicato color Marte entra nell’orbita della primavera - collezione SS 2021 -


Paradossi contemporanei: se è vero che non ci è dato ancora di tornare a viaggiare, è anche vero che –almeno virtualmente– possiamo percorrere 471 milioni di chilometri e sbarcare su Marte, osservando le immagini che Perseverance, il rover della Nasa appena atterrato sul suolo marziano, sta trasmettendo a noi sulla Terra.

E sembra davvero di trovarsi in un film di fantascienza, circondati da formazioni vulcaniche, valli, canyon, calotte polari, deserti sabbiosi... Se si puntano gli occhi al cielo, Marte è visibile anche a occhio nudo e spicca per il suo marcato colore giallo, che vira all’arancione e sfocia nel rossastro, con una luminosità che varia molto nel corso della sua orbita, più di quella di tutti gli altri pianeti.

Come onorare questa missione straordinaria che ha lo scopo di trovare tracce di vita biologica su un pianeta che non sia il nostro? Per esempio, vestendo con una delle tinte che caratterizzano quell’ambiente e l’arancione del piumino smanicato di Schneiders Salzburg è la tonalità che ci vuole.


Il gilet Carter è realizzato in poliestere antipioggia e antivento Light Weight Techno, ideale per affrontare senza timore –se non le tempeste marziane di sabbia– almeno le bizze meteo di primavera.

Ha una leggera imbottitura di piumino premium, che rende il suo peso adatto alle mezze stagioni e una sfumatura calda e vibrante che si abbina facilmente ai colori più amati dal genere maschile: i marroni dal sabbia in poi, i blu, i grigi, il nero.

Come sempre accade quando si tratta di capi firmati Schneiders Salzburg, i dettagli sono minuziosamente curati: il colletto rialzato, la zip con doppio cursore, le pratiche tasche...

Ma, dal momento che l’azienda austriaca vanta 75 anni di eccellenza nello studio di capispalla e abbigliamento outerwear, il classico smanicato del brand è perfino ripiegabile in una pratica custodia da riporre nello zaino o nella ventiquattrore. Per ridurre il suo ingombro ai minimi termini, aspettando l’equinozio.

Barbara Braghin

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